Confartigianato e Coldiretti donano alla Diocesi la statuina del Presepe 2025: simbolo di lavoro e comunità

Anche per il 2025 Confartigianato e Coldiretti rinnovano la tradizione del dono alla Diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola, consegnando la nuova statuina del Presepe, testimonianza della maestria artigiana e agricola che caratterizza il Made in Italy e le imprese del territorio. 

Il segretario di Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino, Marco Pierpaoli, e il presidente di Coldiretti Pesaro Urbino, Tommaso Di Sante, hanno affidato a Mons. Andrea Andreozzi il manufatto realizzato dal maestro artigiano leccese Claudio Riso, riconosciuto per la sua eccellenza nella cartapesta artistica.

L’iniziativa si inserisce nel progetto nazionale promosso dalle due associazioni insieme alla Fondazione Symbola, volto a valorizzare la tradizione presepiale e il suo significato culturale e sociale, celebrando al tempo stesso il lavoro artigiano e la creatività italiana. 

La figura scelta per il 2025 raffigura un’imprenditrice agricola e un imprenditore edile, a rappresentare il dialogo tra competenze diverse che, unite, generano comunità attraverso il lavoro e promuovono un messaggio di collaborazione e rispetto.

Con questa raffigurazione si intende inoltre richiamare l’attenzione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ricordando che ogni attività produttiva deve tutelare la vita, la dignità e il benessere delle persone. 

“Anche quest’anno – afferma Pierpaoli – abbiamo voluto donare una statuina che esprime i valori del lavoro artigiano e agricolo, ma anche il senso di comunità e inclusione che gli imprenditori costruiscono ogni giorno. Essere accanto alle imprese e al territorio, favorendo sinergie, è una delle missioni fondamentali della nostra associazione”.

Sulla stessa linea interviene Di Sante, presidente di Coldiretti Pesaro e Urbino, che sottolinea come la statuina rappresenti non solo il lavoro ma anche la collaborazione tra le due realtà associative. 

In un contesto segnato da frammentarietà e individualismo, l’unità di intenti orientata alla qualità diventa infatti un valore capace di rafforzare comunità e territori.