Attualità
lunedì 15 luglio 2019
martedì 05 dicembre 2023
di Ufficio Stampa CNA Pesaro e Urbino
Stop al credito di imposta per l’energia, fine del mercato tutelato, costo della materia prima volatile e incontrollabile. Nonostante non occupi più l’agenda del dibattitto nazionale, il problema del caro energia per le imprese è e rimane uno dei punti dolenti dell’economia locale e nazionale. La fine, di fatto, di tutte le forme di mitigazione dei costi energia previsti negli ultimi anni per le imprese potrebbe far pensare ad una fine del problema, ma non è così. I costi, rispetto al periodo pre-pandemia (2021) sono e rimangono il doppio.
A spiegare nei dettagli la situazione è Davide Butani, responsabile CNA del progetto SOS Energia. “Partiamo dall’inizio – spiega- , il problema del costo dell’energia è iniziato nel 2021, quando il prezzo del PUN (Prezzo Unico Nazionale), è iniziato a salire vertiginosamente, toccando ad agosto il tetto dei 543,15 €/MWh. Da qui è partita la lenta discesa, molto lenta. Oggi i numeri parlano chiaro: la media di prezzo del 2022 è stata di 303,10 €/MWh e quella del 2023 129,19 €/MWh. Non facciamoci ingannare dal brusco calo, la media del costo per gli anni 2005-2020 è stata di 61,47 €/MWh, la metà di oggi.” Ed è in questo quadro, di sostanziale raddoppio della “materia prima energetica” che le imprese devono continuare ad operare. Ma c’è un altro fattore ed un’altra minaccia, sul fronte energetico, che incombe sulle attività economiche: l’incertezza. “Il prezzo dell’energia elettrica è strettamente legato al prezzo del gas a causa del SMP (System Marginal Price) – continua Butani – ed è per questo che è necessario guardare con preoccupazione tutto quello che succede, nel mondo, alla filiera di produzione. Un esempio: a settembre 2023, uno sciopero in Australia legato al GNL (Gas Naturale Liquefatto, che sta sostituendo sempre di più il Metano), ha fatto rialzare il prezzo del gas del 16% in poche ore nella borsa di Amsterdam.” Incertezza e costi raddoppiati sono quindi gli ingredienti di questa crisi reale ma troppo silenziosa. Durante il 2022 e parte del 2023 il Governo è andato incontro alle esigenze delle imprese con due provvedimenti: l’azzeramento degli oneri di sistema e il credito d’imposta (una percentuale della spesa energia, in presenza di un rincaro, veniva restituita sotto forma di credito da usare per diminuire l’ammontare dell’F24). Questi provvedimenti, sommati, hanno permesso alle aziende di contenere i rialzi dell’energia. Solo il servizio SOS Energia di CNA ha permesso alle imprese del territorio di recuperare oltre 1 milione di euro. Ora entrambi i provvedimenti però sono terminati e l’ultimo decreto in materia di caro energia (29 settembre 2023, n. 131) non ha stanziato nulla per le piccole e medie imprese. A fronte di tutto ciò, CNA si è impegnata fin da subito nell’offrire un servizio di consulenza sulle fatture e suggerendo un cambio di fornitore quando necessario, ma ciò non basta più.
“Ci si salva solo se si sta insieme, oramai è questa la strada. Il concetto di “comunità” applicato al sistema dell’energia sta prendendo piede nel dibattitto ed è la via maestra, anche se non immediata. SOS Energia ha quindi elaborato un progetto ambizioso ma concreto e soprattutto immediato: si tratta della prima Unione di Acquisto Energetico Coordinato. È la risposta a coloro che chiedono un prezzo contenuto ma stabile nel tempo.” Che cos’è l’Unione di Acquisto Energetico? Il meccanismo è semplice: come in una grande comunità, attraverso l’Unione di Acquisto un determinato numero di “clienti” acquista in stock e in anticipo l’energia necessaria per affrontare un determinato periodo di tempo (sulla base dei consumi storici) e questo permette di avere un prezzo calmierato ma soprattutto stabile. In questo momento storico, infatti, i prezzi variabili sono soggetti a sbalzi incontrollati, mentre i prezzi fissi sono più del doppio di quelli variabili perché i fornitori che li propongono si devono tutelare da questi sbalzi. Con l’Unione di Acquisto Energetico di CNA si potrà comprare l’energia in anticipo e il prezzo sarà stabile come nelle offerte “fisse” ma sensibilmente più basso. Più KW si acquistano più c’è la possibilità di ottenere un prezzo migliore. Più si è nell’Unione di Acquisto e più si risparmia. Sfruttando l’alto numero di associati, si può comprare anticipatamente l’energia per tutti gli aderenti, in modo da avere un prezzo più basso di un qualsiasi prezzo fisso in circolazione. Le aziende che fanno parte di questo gruppo avrebbero una fattura con un prezzo fisso per il 75% circa dei propri consumi e il 25% variabile. La grossa differenza è che questo prezzo fisso, appunto perché acquistato in precedenza, sarebbe contenuto perché comprato in grandi quantità. L’obiettivo è di essere sempre di più, così quando è il momento dell’acquisto si riescono ad ottenere prezzi via via sempre più bassi.
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