Attualità

lunedì 02 dicembre 2019

«Basta campanilismi, siamo le Marche del tartufo»

«Basta campanilismi, siamo le Marche del tartufo»

In occasione della “edizione zero” della manifestazione “Inno al tartufo” svoltasi il 23 e 24 novembre a Cagli per iniziativa del Comune di Cagli e la collaborazione della Confcommercio di Pesaro, si è svolto un interessante Convegno per la realizzazione della “Strada del tartufo delle Marche”. Hanno partecipato Sindaci e Amministratori dei comuni di Amandola, Apecchio, Cagli, Fossombrone, Pergola e Sant’Angelo in vado oltre al Dirigente del Servizio Turismo della Regione Marche, Raimondo Orsetti. Hanno portato il loro saluto il Consigliere Regionale Federico Talè e l’Onorevole Lucia Annibali.

Introdotto dal Sindaco di Cagli, Alberto Alessandro e dalla Vice Sindaco Benilde Marini, il Direttore Generale della Confcommercio Pesaro e Urbino/Marche Nord, Amerigo Varotti, ha illustrato il tema del Convegno che, con spirito di collaborazione, si propone di contribuire alla realizzazione della “Strada del tartufo delle Marche”.

«Le Marche – ha detto Varotti – sono la terza Regione in Italia per la produzione del tartufo. Anzi, nelle Marche c’è il tartufo tutto l’anno. Tutte le tipologie del tartufo si trovano nella nostra regione: dal bianco al nero pregiato, dal bianchetto allo scorzone. Purtroppo il permanere di uno spirito eccessivamente campanilistico e la non capacità e volontà di lavorare a squadre, ha ridotto notevolmente la possibilità di creare un volano economico e turistico tramite la valorizzazione del tartufo. Anzi, nell’immaginario collettivo, in Italia e nel mondo, è il Piemonte (con Alba) la regione del tartufo. Che pure è al 9° posto per la produzione di tartufo in Italia. Se vogliamo, quindi, utilizzare il tartufo come elemento principe per la promozione della nostra Regione, dobbiamo abbattere i campanilismi, creare “le Marche del tartufo” o “il tartufo delle Marche” che, con le varie eccellenze e specificità (da Acqualagna a Amandola, da Sant’Angelo in Vado a Pergola, da Fossombrone a Apecchio e Cagli) possa consentirci la promozione internazionale del tartufo e dei nostri territori. Altrimenti continueremo a crogiolarci nei risultati effimeri e temporanei delle nostre sagre o fiere».

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